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Smart Working: l’importanza della sicurezza dei dati aziendali

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Di Smart Working si parla sempre più spesso, soprattutto negli ultimi tempi, dove alcune realtà aziendali hanno dovuto farci i “conti” molto in fretta. Nonostante questo, ancora oggi, molte persone confondono il termine e conoscono il significato di Smartworking e le differenze con altre forme di lavori da remoto.

Lo Smart Working porta con se moltissimi benefici, sia dal punto di vista dell’organizzazione che avrà modo di tagliare alcuni costi, che da quello del collaboratore, che potrà gestire in maniera più efficace il proprio tempo.

Insieme a tanti benefici c’è pero anche un rischio da non sottovalutare, ovvero che potenziali malintenzionati possano essere facilitati nell’accedere ai dati aziendali. Per questi motivi, cerchiamo di capire meglio l’importanza della sicurezza dei dati aziendali, e cosa fare per difendersi dagli attacchi dei cyber-criminali.

Smart Working e rischi esterni all’azienda

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una proliferazione dei rischi informatici, che crescono paralleli all’aumentare dei dispositivi in circolazione. I cyber-criminali stanno dimostrando di essere all’avanguardia rispetto alla normale evoluzione della tecnologia, e per questo motivo sono sempre alla ricerca di nuovi obiettivi da attaccare per trarne dei vantaggi, che solitamente sono di natura economica.

Maggiormente sotto attacco sono i device mobili, grazie alla loro massiccia diffusione e all’utilizzo spesso “distratto” dell’utente. Basti pensare che circa il 40% delle organizzazioni che hanno subito perdite importanti di dati, hanno visto proprio smartphone, tablet, e più in generale i i dispositivi per lavorare da remoto come “vettori” di attacco. In tutte queste situazioni si parla di danni economici davvero importanti.

Per comprendere meglio l’entità di questi danni, è sufficiente immaginare in che modo potrebbero rivalersi i clienti di un e-commerce aziendale se i loro dati personali, compresi quelli di conti correnti e carte di credito, dovessero entrare nelle mani di malintenzionati. Si rischierebbero conseguenze legali davvero notevoli. Come aggravante in questa situazione troviamo anche il fenomeno BYOD, “Bring Your Own Device”.

Con tale definizione si fa riferimento alla possibilità che i dispositivi utilizzati per lavorare in modalità Smart Working siano quelli personali del collaboratore, piuttosto che quelli aziendali. In tutti questi terminali il livello di sicurezza è spesso molto più basso, come è anche normale che sia. Ma questa condizione rappresenta un’occasione davvero allettante per il cyber-criminale, che farà ancora meno fatica per raggiungere il suo obiettivo.

Applicazioni infette, hotspot pubblici, pishing, messaggi malevoli: sono solamente alcune delle possibili situazioni a rischio, che si moltiplicano in maniera esponenziale nel momento in cui questi dispositivi si collegano alla rete aziendale. L’eventualità di perdere i dati archiviati dunque, diventa concreta, e come detto le conseguenze per l’organizzazione possono risultare talmente importanti da mettere in pericolo il business stesso.

Smart Working e rischi interni all’azienda

Il problema della sicurezza per le aziende che sfruttano lo Smart Working non prende in considerazione solamente fattori di rischio esterni, ma anche interni. I collaboratori che utilizzano i propri dispositivi mobili per lavorare da remoto e per uso personale, aumentano notevolmente i rischi che i sistemi possano venire violati. Ad incidere negativamente in questa situazione, troviamo anche una mancanza di formazione sul tema.

In questo frangente chiaramente l’azienda ha responsabilità dirette, perché deve organizzarsi in modo da preservare l’integrità dei dati. Il primo passo da muovere è proprio quello di sensibilizzare i propri collaboratori sulla sicurezza informatica e sui rischi, fornendo loro una preparazione specifica. Quello che si verifica invece, è che molto spesso i dipendenti non conoscono nemmeno la policy aziendale sulla sicurezza.

In altre parole, manca un senso di responsabilità comune, perché ciò che deve essere compreso è che in caso di attacchi informatici, a pagarne le conseguenze sono sia le imprese che i loro collaboratori. Ciò significa che è nell’interesse di tutti adottare un atteggiamento responsabile. E questo deve avvenire ad ogni strato dell’organizzazione, partendo proprio dai dirigenti.

Nelle realtà aziendali più piccole inoltre, la situazione si amplifica notevolmente. Spesso non esiste nemmeno personale che si dedichi proprio alla cybersecurity, e le responsabilità sono distribuite tra dipendenti che non hanno una preparazione specifica. Ad essere trascurate dunque, sono le regole più basilari dettate anche dal buon senso, come quella di modificare periodicamente le password di sistema, o installare un aggiornamento.

Smart Working: come metterlo in sicurezza

Per mettere in sicurezza lo Smart Working, e quindi sfruttare tutti i benefici di questa modalità di lavoro “agile”, è sufficiente adottare degli accorgimenti basilari . Decidere di non metterli in pratica, in un contesto in rapida evoluzione come quello che stiamo vivendo, può risultare deleterio e persino fatale per l’organizzazione.

L’approccio corretto da tenere per qualsiasi azienda in merito alla sicurezza informatica, è quello che combina formazione e protezione. Da una parte come detto, spetta all’impresa mettere in campo iniziative come training di formazione regolari su queste tematiche. Oltre a questo si possono creare corsi di approfondimento studiati sulla base di esigenze specifiche del singolo collaboratore.

La digital transformation è un processo oramai avviato e già in corso, destinato ad aumentare di velocità nei prossimi anni. Affrontare oggi determinate tematiche, e sviluppare soluzioni adeguate, è dunque di fondamentale importanza. Questo punto, unito ovviamente ad una strategia aziendale efficace attuata dai vari team di lavoro, risulterà determinante per il futuro dell’impresa stessa.

Oltre alla formazione per il personale però, l’azienda sotto la guida di società di consulenza professionali, deve mettere in campo anche altre azioni concrete: sistemi di autenticazione a due fattori, profili di autorizzazione, strumenti configurati correttamente sotto il profilo della sicurezza, backup periodici, e soluzioni gestionali ERP per aziende in Cloud, sono solamente alcune tra le principali.

Sicurezza informatica e gestionali ERP in cloud: l’accoppiata vincente

Perché un gestionale ERP in Cloud rappresenta la scelta migliore per un’azienda? Per due motivi, strettamente correlati fra loro: risparmio e sicurezza. Il primo fattore risiede nel fatto che una soluzione in Cloud risulta più economica rispetto ad una tradizionale installazione on premise. Questo permette all’azienda di sfruttare tutti i benefici tipici di un gestionale ERP, mantenendo sempre d’occhio l’aspetto del budget.

Il secondo motivo è fortemente legato al primo, perché molto spesso le organizzazioni trascurano l’ambito della protezione informatica anche per ragioni economiche, data l’erronea convinzione che per mettersi al riparo dai pericoli occorrano investimenti piuttosto consistenti. Gli ERP Cloud-based invece, nonostante barriere di accesso economiche contenute, garantiscono sicurezza massima e alti livelli di privacy.

Qualsiasi sia il possibile rischio che mette a repentaglio la sicurezza dei dati raccolti attraverso l’ERP, un attacco hacker piuttosto che un errore umano, o persino “disastri” naturali, tali dati attraverso il Cloud saranno sempre tutelati nella loro integrità. Questo tra l’altro, è valido a prescindere dal fatto che si tratti di una soluzione standard o personalizzata. Le soluzioni sulla “nuvola” infatti, includono strumenti ideati per tale scopo.

Si parla ad esempio di backup regolari, features specifiche legate proprio alla sicurezza tra cui l’autenticazione a due fattori precedentemente citata, differenti data center, manutenzione hardware regolare, e persino piani completi di Disaster Recovery. In conclusione vogliamo sottolineare ancora una volta come il tema della sicurezza informatica, sia all’interno che all’esterno dell’impresa, vada affrontato con urgenza.

Ma ciò che deve essere ben chiaro, è che seguendo i giusti accorgimenti, mettersi in linea con gli standard di sicurezza richiesti dallo scenario attuale, richiede un investimento sotto il profilo economico più contenuto di quello che si possa credere, e che uno di questi accorgimenti validi in tal senso, è proprio il gestionale ERP in Cloud.


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