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Incentivi imprese 2022: tutte le agevolazioni per le aziende

Incentivi imprese

Anche per quest’anno, sono differenti gli incentivi imprese 2022 previsti dalla Legge di Bilancio. Nella fattispecie, nella manovra di quest’anno sono previsti incentivi da 32 miliardi e molti di essi sono dedicati proprio alle aziende in difficoltà. Come facile immaginare, queste agevolazioni sono legate agli oltre due anni di pandemia che hanno messo alle strette moltissime attività.

Agevolazioni per aziende: cosa si intende

Quando parliamo di incentivi per imprese facciamo riferimento, non altro, che ad una serie di agevolazioni fiscali, bonus per la digitalizzazione e non solo, pensati per sostenere le imprese, in particolar modo con riferimento alle PMI, in questo momento delicato. Il pacchetto in questione comprende misure strettamente legate alla digitalizzazione, nonché al “green”, ma anche alle norme anti delocalizzazione, utili a tutelare i lavoratori cercando al contempo di sostenere gli imprenditori.

Incentivi per imprese: transizione industriale ed ecologica

Per chi non lo sapesse, il Ministero dello Sviluppo Economico ha istituito un vero e proprio fondo per la transizione industriale: si parla di circa 150 milioni di euro dal 2022. L’obiettivo principale è quello di favorire l’adeguamento del sistema produttivo del Paese, alle politiche europee correlate alla lotta ai cambiamenti climatici e non solo.

La maggior parte delle risorse del fondo sono destinate alla realizzazione di interventi legati all’efficientamento energetico, nonché all’utilizzo di materie riciclate. Ma è previsto anche l’aumento delle risorse a sostegno della cosiddetta “internazionalizzazione” delle imprese e soprattutto la proroga per i crediti di imposta per gli investimenti 4.0. Vediamo in quest’ultimo caso a cosa ci si riferisce.

Industria 4.0

La Legge di Bilancio ha potenziato gli incentivi per le imprese, nonché ridotto le tempistiche, legate al credito di imposta per gli investimenti delle aziende in Industria 4.0. Con questa espressione ci si riferisce alla quarta evoluzione industriale, la quale sta portando alla produzione industriale interconnessa ed automatizzata. Parliamo, quindi, di alcuni fattori essenziali quali: 

  • raccolta dei dati in relazione alla connettività e potenza di calcolo; 
  • effettivo utilizzo dei dati raccolti (ad oggi solo l’1% dei dati raccolti viene utilizzato realmente dalle imprese); 
  • interazione tra uomo e macchina; 
  • passaggio dal digitale al reale (robotica, comunicazione, stampa 3D e così via). 

Le agevolazioni previste dal Piano Nazionale Transizione 4.0 vanno applicate alle imprese residente nello Stato italiano che effettuano degli investimenti in beni strumentali nuovi, come ad esempio i software gestionali erp, destinati a strutture produttive situate nel nostro territorio nazionale. Nella fattispecie, gli incentivi e i finanziamenti alle imprese in questione si possono riassumere in una serie di agevolazioni fiscali, quali: 

  • Agevolazioni per investimenti in beni strumentali nuovi, quali macchinari 4.0 (credito di imposta fino al 40% del costo); 
  • Agevolazioni per investimenti in software 4.0 presenti nell’allegato B della Legge 232/2016 (20%); 
  • Incentivi e Agevolazioni per investimenti in ricerca e sviluppo (20%); 
  • Agevolazioni per investimenti in beni strumentali materiali ed immateriali (come appunto un software gestionale per aziende) non 4.0 (credito di imposta al 6% per strumenti e dispositivi tecnologici destinati alla realizzazione di lavoro agile); 
  • Agevolazioni per investimenti per transizione ecologica ed innovazione digitale 4.0 (15%).

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Formazione dei dipendenti 4.0

Non è poi da sottovalutare l’importanza della formazione dei dipendenti quando si parla di innovazioni tecnologiche per imprese. D’altronde, si tratta dei soggetti principalmente coinvolti in questo processo e senza cui i cambiamenti positivi non si potrebbero attestare. 

Per quanto riguarda gli incentivi imprese 2022 sulla formazione dei dipendenti, questa volta parliamo di una proroga fino al 31 dicembre , non di una vera e propria variazione delle aliquote. Difatti, il credito di imposta rimane al 30%, al 40% o al 50% rispettivamente per grandi, medie e piccole imprese. I tetti di spesa sono pari a 250 mila euro per le grandi e medie imprese, mentre per le PMI parliamo di 300 mila euro. La misura del credito di imposta è aumentata, invece, al 60%, qualora i destinatari delle attività di formazione rientrino nelle categorie di lavoratori dipendenti svantaggiati oppure molto svantaggiati.

Rinnovamento software

Altrettanto importante è il concetto di rinnovamento dei software, fulcro dei finanziamenti alle imprese che vengono chiamati comunemente “Voucher internet” o “bonus internet”. Il piano in questione prevede lo stanziamento di risorse molto importanti per supportare la digitalizzazione delle imprese, al fine di ridurre il cosiddetto digital divide del sistema produttivo nazionale. 

Il MISE si propone l’obiettivo di velocizzare una serie di investimenti su banda larga ed ultralarga del Paese, al fine di cogliere le opportunità delle risorse stanziate nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Nella fattispecie, il piano Voucher per le imprese è un provvedimento che prevede delle iniziative mirate allo scopo di favorire la diffusione della connessione ad alta velocità, nonché la digitalizzazione del sistema produttivo sul territorio nazionale. Il piano è stato approvato in Commissione Europea lo scorso 15 dicembre e avrà durata non superiore a 24 mesi dall’avvio dell’intervento di Infratel. 

Questi incentivi spettano alle micro, piccole e medie imprese italiane. Tutti i destinatari sono meglio specificati nel Decreto attuativo del Mise del 23 dicembre 2021. Si parla di circa 1,4 milioni di imprese beneficiarie.

Incentivi anti delocalizzazione

Abbiamo precedentemente accennato agli incentivi per aziende legate al concetto di anti delocalizzazione. Vale la pena spendere due parole per chiarire gli aspetti. Questa norma si applicherà alle aziende che non hanno più di 250 dipendenti e che non risultano in crisi, ma che vogliono chiudere una sede, licenziando oltre 50 dipendenti. 

Tre mesi prima, come prevede la legge, dovrà essere informata la Regione, nonché il Mise, il Ministero del Lavoro e i sindacati. La legge di Bilancio 2022 stabilisce un percorso virtuoso alle aziende per limitare gli impatti sociali e occupazionali legati alla chiusura di uno stabilimento. Inoltre sono previsti degli incentivi fiscali e contributivi per le imprese che assorbono forza lavoro in uscita.


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