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Disaster Recovery: cos’è e come può salvare un’azienda

Disaster Recovery

Forse non tutti sanno che ogni anno le aziende vengono colpite da disastri di varia entità e ciò reca danni alle volte irrimediabili. È proprio per questo motivo che la maggior parte delle aziende sta cominciando ad abbracciare un nuovo concetto di prevenzione definito Disaster Recovery. Un modo efficace per anticipare i tempi e scongiurare problemi importanti. Vediamo nel dettaglio.

Disaster Recovery: che cos’è?

Di preciso, che cosa si intende con l’espressione Disaster Recovery? Non altro che un insieme di misure tecnologiche e organizzative volte a ripristinare i sistemi, nonché i dati e le infrastrutture, necessarie per l’erogazione di servizi di business per le aziende. Ovviamente possono rientrare nel discorso anche gli enti e le associazioni. 

Più precisamente, potremmo definirlo come l’insieme di azioni e strategie operative, ma anche organizzative, che un’azienda pone in essere per mettere al sicuro i propri dati, o eventualmente ripristinarli dopo una interruzione forzata causata da un evento esterno. 

Secondo alcune statistiche proposte dal Ponemon Institute, pare che circa il 93% delle aziende che non si affidi ad un Disaster Recovery Plan adeguato subisca una perdita di dati che le “trascina” fuori dal mercato anche fino ad un anno intero. Ma che significa precisamente disastro, in quest’ottica? Non si parla altro che di una serie di categorie di eventi che possono essere ricondotti a differenti situazioni:

  • calamità naturali (quali incendi e alluvioni); 
  • attacchi informatici; 
  • furti e violazioni dei propri sistemi; 
  • disservizi di sistemi IT a causa di errori umani. 

Proprio in quest’ultimo caso sarebbe utile sapere che la principale causa di disastri che colpiscono le aziende è legata proprio ad errori umani.

Qual è il rapporto con il business continuity plan?

Il Disaster Recovery permette di definire una strategia precisa per riprendere il controllo dell’infrastruttura da parte dell’ID e quindi accedere successivamente ai propri dati dopo una interruzione forzata causata da un evento esterno. Anche in Italia molte iniziative del governo stanno incentivando le aziende a prestare maggiore attenzione alla sicurezza con l’attuazione e portali online che hanno il solo scopo di diffondere campagne per incentivare la cybersicurezza. Oggi come oggi, tutte le aziende che puntano alla sicurezza e alla protezione dei propri dati dovrebbero provvedere all’elaborazione di un adeguato piano, in generale definibile come Business Continuity Plan

È impressionante considerare il fatto che circa il 60% delle aziende rischia il fallimento nei sei mesi successivi ad un disastro. Ciò è dovuto alle ingenti perdite di denaro che scaturiscono dalla perdita di dati aziendali e dall’interruzione delle varie attività operative. Ciò incide anche in maniera spesso inevitabile sull’influenza negativa generata dal crollo della reputazione aziendale. Insomma, molte aziende chiudono i battenti dopo un disastro.

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Come funziona

Questo piano si fonda essenzialmente su delle direttive che vengono “imposte” dal Disaster Recovery Plan. Quest’ultimo sarà determinante per definire due parametri essenziali, parliamo di RPO e RTO. Di seguito spiegheremo di cosa si parli. 

  • RPO (Recovery Point Objective) – In questo caso parliamo del tempo massimo che intercorre tra la produzione di un dato e un salvataggio dello stesso (il backup di cui parlavamo). L’RPO definisce, in questa maniera, anche la massima quantità di dati che si possono perdere in caso di disastri; 
  • RTO (Recovery Time Objective) – Qui invece facciamo riferimento al tempo necessario a recuperare l’operatività aziendale dopo un disastro. Difatti parliamo della durata massima che è stabilita dal downtime.

Le diverse tipologie

Sono differenti le strategie che si possono attuare con il Disaster Recovery. Ognuna di esse ha delle caratteristiche specifiche. Generalmente le aziende optano per una sorta di combinazione tra vari strumenti per coprire varie esigenze dell’azienda. Vediamo quali sono le principali funzioni: 

  • DRaaS (Disaster Recovery as a Service) – Questo prevede che in caso di evento disastroso, l’infrastruttura IT possa essere trasferita su una piattaforma Cloud di un provider a parte, dedicato. In questa maniera, tutta l’operatività aziendale può sfruttare i server del provider specifico; 
  • Backup – Probabilmente la soluzione più veloce e intuitiva. Si tratta del salvataggio di una o più copie di tutti i dati aziendali in una unità di storage differente da quella usata per il lavoro. Difatti, non coinvolge le virtual machines; 
  • Backup as a Service – molto simile alla funzione precedente, solo che in questo caso la copia dei dati viene gestita in outsourcing da un provider esterno;
  • Cold Site – Una delle soluzioni più costose ma sicuramente eccezionale. In tal caso si prevede l’organizzazione di una infrastruttura IT in una sede aziendale esterna. Quest’ultima di solito non è utilizzata e può essere utile essenzialmente come sede operativa in caso non si possa accedere a quella principale. Viene garantita la business continuity aziendale, ma non è necessario un costante aggiornamento della seconda infrastruttura; 
  • Hot site – Aggiornamento costante di dati ed infrastruttura IT, più costosa del Cold Site, ma ottimizza il downtime.

I vantaggi del Disaster Recovery

Vediamo nel concreto perché il Disaster Recovery sia effettivamente così importante per un’azienda. In termini di vantaggi effettivi, potremmo dire che questa strategia risulta fondamentale per ogni azienda che sia informatizzata. 

In questa maniera si può proteggere l’azienda da eventuali incidenti e attacchi esterni, personalizzando anche ogni dettaglio a seconda delle proprie esigenze. Sicuramente in ottica di riduzione di costi possiamo riscontrare dei vantaggi molto significativi: con una strategia di di questo tipo l’azienda può ridurre le spese necessarie per il ripristino dell’operatività in caso di disastri. Addirittura, questo può essere utile anche per diventare mezzo con cui l’azienda si salva da un fallimento. 

Inoltre, pensiamo a quanto possano essere ridotti i tempi di ripristino. L’azienda può riprendere velocemente la propria attività dopo un evento catastrofico e tornare subito attiva con una organizzazione precisa, efficace e concreta.


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