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Dispositivi IOT: quali sono e come cambieranno la nostra vita

quali sono i dispositivi iot

L’Internet delle cose, definito anche IoT, è un concetto fortemente legato ad una serie di tecnologie innovative, tra cui quello delle intelligenze artificiali. Grazie all’Internet of Things, oggetti “comuni” possono tramutarsi in dispositivi che una volta identificati attraverso un indirizzo IP sono in grado di rilevare stati tramite dei sensori.

Al loro interno sono installati dei microprocessori che li rendono capaci di controllarsi, di scambiare dati in autonomia, e di reagire a seconda dell’ambiente circostante. In questo articolo dunque, faremo il punto della situazione cercando di capire quali sono questi oggetti e come cambieranno la nostra vita.

Che cos’è l’Internet of Things (IoT)?

Come anticipato, i dispositivi IoT sono oggetti che grazie ad una serie di caratteristiche possono rilevare degli stati e interagire con l’ambiente circostante. Il loro utilizzo permette di raccogliere dati che potranno essere utilizzati per moltissimi scopi. Ci sono tecnologie senza fili già esistenti da anni, diventate oramai di utilizzo comune, come Bluetooth e RFID, che consentono di trasformare un oggetto fisico in un sistema “mittente-destinatario”.

Grazie a tecnologie di trasmissione come quelle 4G, e in futuro quella 5G, i dispositivi connessi hanno la capacità di inoltrare a un cloud o eventualmente ad altri dispositivi IoT enormi moli di dati a distanza, i famosi Big Data, senza che si verifichi alcun disturbo. L’IoT si serve di diverse tecnologie, motivo per cui non esiste una definizione generale. Solitamente però le caratteristiche seguenti vengono associate all’Internet delle cose:

  • Raccolta e memorizzazione, con successiva elaborazione, dei dati. Un esempio in tal senso lo troviamo nel termostato, in grado di rilevare automaticamente la temperatura di un locale.
  • Comunicazione tra dispositivi differenti. Può avvenire direttamente o attraverso un cloud.
  • Interconnessione. Precise azioni e scenari sono in grado di innescare una reazione senza che venga richiesto un intervento manuale. Ad esempio un fornello può passare in modalità di stand-by una volta che il cibo avrà raggiunto la temperatura impostata.
  • Ubiquità. I dispositivi collegati vengono utilizzati praticamente ovunque in moltissime situazioni.
  • Capacità di autoapprendimento. Volendo fare un esempio, potremmo riportare quello delle luci che si collegano a internet. Queste sono in grado di analizzare l’intensità della luce che si desidera, per poterla regolare automaticamente in seguito.

Le tecnologie nascoste dietro l’IoT

Le tecnologie di comunicazione e informazioni già presenti da diverso tempo, quanto meno a livello teorico permettono già l’Internet delle cose. Guardando al futuro però, per fare in modo che una connessione diffusa possa davvero tramutarsi in realtà, è necessario riuscire ad ampliare determinate tecnologie. Per riuscire nell’impresa di connettere i dispositivi in maniera davvero estesa, e di conseguenza trasmettere le informazioni senza disturbi, è necessario superare alcuni ostacoli.

L’IoT infatti, richiede una connessione internet mobile realmente performante, in grado di gestire l’immensa mole di dati proveniente dalle macchine e dai diversi elettrodomestici. Proprio per questo motivo, sono moltissimi gli sviluppatori che sperano in una nuova generazione di telefonia mobile “5G”, che come risaputo sarà in grado di superare i vecchi standard in termini di velocità di trasmissione. Ad ogni modo, nonostante alcuni ritardi fisiologici, l’adozione della rete 5G non sembra più un futuro lontano.

Ad oggi, mezzi piuttosto semplici come il codice QR e la tecnologia RFID sono sufficienti per identificare gli oggetti, e dunque di raccogliere le informazioni sul loro stato fisico con la finalità di memorizzarle sulla rete. Questo sistema viene già utilizzato in ambito logistica per il tracciamento dei pacchetti e per la relativa gestione dell’inventario. Come detto questo è solamente uno degli utilizzi possibili, ma le potenzialità di queste tecnologie sono davvero infinite.

L’architettura IoT: gli elementi che ne fanno parte

L’Internet delle cose basa il suo funzionamento su un’architettura composta da una serie di elementi, tra cui:

  • Sensori. Moltissimi oggetti che già fanno parte della nostra quotidianità sono dotati di sensori. In alcuni casi ad esempio, sono in grado di rilevare gli stati chimici o fisici, di misurare temperatura, pressione, umidità, luminosità, movimento, valore del PH, e molto altro ancora. Allo scopo di rendere utilizzabili tutti questi risultati, i dispositivi convertono le misurazioni in segnali elettrici. Facendo un esempio, attraverso il sensore di luminosità uno smartphone è in grado di misurare l’intensità luminosa dell’ambiente circostante, al fine di adattare la luce del display per un utilizzo più confortevole.
  • RFID. La tecnologia Radio Frequency Identification permette l’identificazione degli oggetti attraverso delle onde elettromagnetiche, senza che questi vengano toccati. Per consentire agli oggetti di lettura di localizzarli, questi riceveranno un’etichetta radio, ovvero un codice univoco. Sistemi di questo tipo hanno una portata utile di massimo 100 metri. Un campo di applicazione è quello della logistica, dove frequentemente i container vengono localizzati proprio tramite RFID.
  • Tecniche di localizzazione. Wi-fi, GPS, e Bluetooth sono in grado di coprire distanze maggiori, e di trasmettere una quantità più grande di dati. In questo modo ad esempio, è possibile mostrare il locale più vicino nel momento in cui viene effettuata la ricerca di un ristorante sullo smartphone.
  • Reti senza fili. Per un utilizzo diffuso dell’Internet delle cose è necessaria una tecnologia di trasmissione ben più evoluta dell’NFC o di una semplice connessione wireless. I campi di applicazione più diffusi al momento si basano sulle reti 3G e 4G, anche se in termini di istantaneità mostrano alcuni limiti. Questo è il motivo per cui il futuro dei dispositivi IoT abbraccerà sicuramente la tecnologia 5G.

Città intelligenti e elettrodomestici: l’IoT nel futuro

Quando si parla di IoT un concetto deve essere chiaro: ci attende una rivoluzione. L’Internet delle cose molto probabilmente cambierà le nostre vite, e quello che abbiamo visto fino a questo momento è solamente un piccolo accenno di quello che in realtà sarà. Ad oggi infatti, sono ancora poche le persone che abitano all’interno di una Smart Home, oppure che utilizzano i dispositivi wearable, ovvero quelli indossabili. Alcune innovazioni rimangono dunque ancora invisibili.

Tra le principali vogliamo ricordare le videocamere intelligenti di sorveglianza, i sistemi automatizzati di cassa, e persino alcune fabbriche in grado di funzionare automaticamente. Un IoT davvero esteso invece, significherebbe essere circondati costantemente da sistemi intelligenti in grado di raccogliere dati e scambiarli su internet. Nel momento in cui simili dispositivi verranno utilizzati all’interno delle mura domestiche, questi si imporranno quasi sicuramente anche nella sfera privata.

I vantaggi dei dispositivi Iot sono sia per le aziende che per i normali cittadini. Per i secondi, come facilmente intuibile questi oggetti saranno in grado di semplificare una serie di azioni quotidiane, e di fornire un valore aggiunto a molte altre. Una casa intelligente ad esempio, a seconda dei dati personali e di quali saranno le attività compiute da chi la abita, è in grado di agevolare una serie di processi quotidiani, come spegnere automaticamente un fornello piuttosto chiudere in autonomia porte e finestre.

Vista dalla parte delle aziende invece, dispositivi e Big Data rappresentano un’immensa opportunità di espandere il proprio business. Conoscere i comportamenti e le abitudini dei propri clienti infatti, permette alle organizzazioni di pianificare strategie accurate per il futuro, di migliorare i prodotti o i servizi, o in alcuni casi anche di eliminarne alcuni in favore di altri più innovativi. Ma i vantaggi dei dispositivi IoT sono davvero alla portata di tutti.

A Santander in Spagna ad esempio, la Smart City è divenuta oramai una realtà. Nelle strade e nei vicoli del centro infatti, migliaia di sensori sono in grado di misurare il traffico. Attraverso l’utilizzo di un’applicazione per smartphone, gli automobilisti potranno rimanere informati su quali strade sono più o meno trafficate, ed eventualmente essere indirizzati al parcheggio libero più vicino. Ad Amsterdam invece, i lampioni sono in grado di garantire la giusta intensità luminosa e di spegnersi in assenza di veicoli o pedoni.


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